Contrariamente a ciò che le grandi etichette discografiche sostengono da tempo, sembra che la pirateria non influenzi il mercato della musica on line. Questo è stato dimostrato da diverse ricerche. Particolarmente interessante si rivela lo studio del l’Institute for Prospective Technological Studies del Joint Research Center. Lo studio è stato commissionato dall’Unione Europea e il centro di ricerca è direttamente dipendente dalla Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’UE. Lo studio è molto dettagliato e mette in relazione le diverse categorie di utenti, il consumo illegale e legale di musica, i comportamenti e le abitudini di acquisto o di hacking.
Ecco alcune delle conclusioni più significative della ricerca:
Il 26% dei consumatori scarica musica illegalmente e, allo stesso tempo, acquista brani e album legalmente e utilizza dei servizi streaming legali.
Il 15% dei consumatori scarica illegalmente e utilizza dei servizi streaming legali.
Il 12% dei consumatori scarica illegalmente e acquistare musica legalmente.
Il 9% dei consumatori spende solo per servizi di streaming legali.
L’11% dei consumatori acquista solo legalmente.
Andando alle conclusioni, sembra che solo il 20% dei consumatori scarichi musica illegalmente, senza mai passare per un canale legale di acquisto. Per i ricercatori, un punto è chiaro: “Il download di musica illegale ha un effetto limitato, o nessun effetto, sulle vendite digitali legali”. Ovviamente, non è stato possibile per i ricercatori rendere evidente un legame di causa-effetto diretto e indiscutibile, tuttavia essi insistono sul fatto che i dati dimostrano che la pirateria non danneggia le vendite.
I ricercatori si sono basati su dati di Nielsen NetView, un servizio nella Nielsen Company che fornisce dati sugli internauti. Il campione analizzato è stato considerato rappresentativo. Si tratta di 16.000 persone uniformemente distribuite in cinque paesi europei: Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito.
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Fonte: zdnet, immagine di Celia Coca & Rock Neurotiko
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